mercredi 8 février 2017

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
PASSERO SULLA NEVE
Passero sulla neve,
a beccare briciole di pane
sul mio balcone,   
hai trovato che ti sfama.
La mia bimbetta,
lieta di osservarti,
gioca sui vetri e ti discaccia.
Te’n voli e vai e cerchi e forse trovi,
passero canadese.
Emigrante sembri,
figlio di Dio
che ti promette un pane,
ma che Sua creatura
di cuore poi ti nega.
E giri e cerchi e se non trovi speri,
passero forestiero.

lundi 23 janvier 2017

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
SAGRE CASALINGHE
In quasi tutte le case italiane
si praticano delle care usanze
che son dette tradizioni paesane,
perché eco di lontane costumanze.
Frutto anche di economiche lusinghe,
queste frangranze di antico folclore
possiamo dirle sagre casalinghe
tanto, nel farle, si mette di ardore.
L’orto e il giardino nel tempo d’estate;
giardiniere, d’autunno, salse e vino;
prosciutti, d’inverno, e carni insaccate;
e, tutto l’anno, paste e pasticcini.
Piccole cose di grande valore
perché con esse anche l’uomo comune
si è saputo implicare con onore
in questo paese di grandi fortune.
 Sono la firma della gente semplice
in fondo a quella pagina di storia
di cui ogni italiano è stato artifice
e ha dato alla sua Patria maggior gloria.

samedi 7 janvier 2017

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
LA BEFANA
Sol di notte può venire
la befana ad allietare
i bambini nel dormire.
Lei, di tutti la nonnina
brava e buona, rallegrare
vuole ognuno stamattina
con dei doni di sorpresa
regalati e, nel sognare,
domandati con attesa.
Sol di notte fa il cammino
da una reggia a un casolare
dando a tutti un regalino.
Ripartire più nessuno
la farebbe se arrivare
la vedesse sol qualcuno
col suo sacco pieno zeppo
di regali. Deve andare
a riempire accanto al ceppo
ogni calza ad un camino
messa appesa e svelta e ilare
soddisfare ogni piccino.
Sfida il freddo, sfida il gelo
per venirci a ricordare
questa notte l’Evangelo.
Come i Magi fa la via
da lontano ad annunziare
di Gesù l’Epifania

vendredi 23 décembre 2016

L’ITALIANITÀ DEL SANTO NATALE
Rieccoci alle tanto attese feste natalizie cui fanno da sfondo mille tradizioni, una miriade di usanze care, nonché innumerevoli «abusanze» commerciali. Portata in giro nei centri di acquisto sontuosamente addobbati a festa, per la ricordevole foto col babbo natale, la nostra infanzia va sempre più allontanandosi dalla suggestività della grotta di Betlemme; di conseguenza pure l’umanità va sempre più distorcendo il reale e sublime significato della Santa Natività. In ogni modo oggigiorno nelle case di mezzo mondo a farla da padrone, oltre allo sfarzo di ghirlande e luci sui balconi, alle finestre e per le strade, c’è immancabilmente il verde abete a mantenere la tradizione e la caratteristica ricostruzione del presepio a ricordare la nascita del Bambinello in una fredda grotta di Betlemme 2016 anni or sono. E quest’ultimo, senza ombra di dubbio, porta il marchio del made in Italy. Ma da quegli sprazzi di luci che si diramano dall’alberello...non c’è proprio nemmeno un raggio a ricordare la luminosità della nostra terra?
Nel 1223 in una campagna di proprietà di Giovanni Velita, nei pressi di Greccio in provincia di Rieti nel Lazio, San Francesco d’Assisi realizzò per la prima volta una rappresentazione vivente della Natività per ricreare la mistica atmosfera della notte Santa a  Betlemme...ed anche quella notte nacque, miracolosamente, un Bambinello che il santo d’Assisi ebbe la gioia di cullare fra le sue braccia: prendeva il via la cara usanza del presepio! Ma, guarda caso, non si narra pure che la gente del luogo, per illuminare l’oscurità delle tenebre, si recasse sul posto con torce e fiaccole accese?. Ed ora,questo scintillìo di fiammelle nello sfondo degli alberi circostanti non balza pure al vostro sguardo come un raggio di serafica italianità che manda ancora la sua significativa luce pure dagli alberelli natalizi dei nostri giorni?
Da qualche ramo di quello di casa mia, a dispetto del rosso panciuto dalla barba bianca (anch’egli «raggio di italianità» perché Santa Close deriva, neanche a farlo apposta, da San Nicolaus) che distribuendo regali a manca e a dritta sembra beffarsi della «saggia» creduloneria umana, pende ogni anno anche l’arcana calza della vecchia Befana...a spazzar via ogni festa. Un altro magico raggio di italianità che l’andazzo dei tempi va progressivamente relegando nella notte dell’oblio. Infatti, una volta passati a miglior vita noialtri anzianotti, quanto tempo ancora resterà a irradiare la sua calorosa luce  di dolcezza la nonnetta dei nostri giorni bambini…nonnetta che resta sempre più intrappolata in qualche clan di streghe nella sera di Halloween?

vendredi 9 décembre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
MIA CARA ITALIA LONTANA
Cara Italia lontana,
antico paese dei miei antenati
e terra mia di origine,
di te parlano tutti
dicendo cose che ti fanno onore:
per questo ti amo anch’io.
E se poi vengo a scuola
è ché tutto di te voglio conoscere:
storia, lingua e cultura.
A forma di stivale
ti stendi nel mare ed è un tricolore
a farti da bandiera.
Scrittori, santi, eroi,
artisti, sommi geni e grandi ingegni
mai ti sono mancati.
Negli anni a tutto il mondo
dettasti leggi e il segno del tuo impero
ovunque esiste ancora.
Ed oggi è l’emigrante,
con il suo fare solerte ed attivo,
a darti gloria e vanto.
Ma che sarà domani?
Sarà il mio tempo di portare avanti,
con doveroso orgoglio,
il cammino con cui
anche in Canada i padri ti hanno resa
celebre, Italia mia!  

mercredi 23 novembre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
FIGLIO DI EMIGRANTI
Sono un giovane figlio di emigranti
a cui oggi non manca proprio niente.
Per gli antenati, però, furon pianti
stando a quello che dice la gente.
   Non ebbero di che essere esultanti
   in una terra per lingua ed ambiente
   avversa; comunque andarono avanti
   e progredirono brillantemente.
Anche i miei padri hanno valorizzato
questo suolo, una volta forestiero,
fieri del loro italico passato.
   È bello tramandare una cultura,
   una lingua e quel nobile pensiero
   che hanno dato al mondo nuova struttura.
Deve esser mia premura,
da degno figlio del Mediterraneo,
a tanta gloria non restare estraneo!

jeudi 10 novembre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
         E, dopo l’aggiornamento dell’inno di Mameli, che ne dite di questa mia «rivisita» dell’Italiano di Toto Cutugno?
        L’ALTRO ITALIANO
Lasciatemi pensare
col cuore e con la mente,
lasciatemi pensare
pure alla mia gente!
Buon giorno Italia, terra mia lontana,
sento una voce dentro che mi chiama;
verrò di certo un giorno anch’io a visitarti:
voglio vederti e, poi, voglio abbracciarti.
Buon giorno Italia, sai che non mi duole
far tutto ciò che il mio retaggio vuole:
è giusto e saggio che la grande tua cultura
abbia una vita lunga e duratura.
Buon giorno Italia, tu pur patria mia;
un tuffo al cuore ed è malinconia.
Buon giorno Dio, or qui ci sono anch’io!
Lasciatemi pensare
col cuore e con la mente,
lasciatemi pensare
alla mia Italia e alla mia gente.
Lasciatemi pensare
perché è un diritto mio:
mi sento veramente un italiano anch’io!
Buon giorno Italia, tu anche fuor sei grande,
sei rinomata ovunque e in ogni istante.
Sento poi dir che una “piccola tu”
sorge in ogni angolo del mondo e forse più.
Buon giorno Italia che ti fai onore,
io noto con trasporto e con stupore
che strade, scuole, chiese e monumenti
son dedicate a tanti tuoi portenti.
Buon giorno Italia, tu pur patria mia;
un tuffo al cuore ed è malinconia.
Buon giorno Dio, or qui ci sono anch’io!