GENTE NOSTRA: dal telecomando al voto
La programmazione di Rai International e il
voto per gli italiani in Canada, fino a qualche decennio fa, erano due sogni da
vera utopia; oggi giorno, intanto, sono due realtà da fiore all’occhiello per
tutti noialtri italo-canadesi e non solo. Ormai ci rechiamo alle urne quando il
dovere ci chiama ed accendiamo la televisione in lingua italiana come se niente
fosse, o meglio come se fossero due prerogative che ci spettano di diritto.
Intanto abbiamo dimenticato le battaglie campali che furono affrontate e
sostenute affinché divenissero un fatto compiuto. Essendo stato appunto
Giovanni Rapanà l’unico paladino, anche se a guerra finita sono stati in tanti
a salire sul podio della vittoria, ad avere innalzato la bandiera di questa
schietta e «patriottica» italianità, mi fa piacere aggiungere anche il suo
profilo nella mia raccolta di «gente nostra».
Giovanni nasce a Calatone
in provincia di Lecce, nel Salento, il 6 novembre del 1957 e, per quel che
riguarda il suo curiculum scolastico, frequentò l’università di Genova presso
la facoltà di Economia e Commercio. Mentre per la sua carriera professionale
nel 1978 entrò al servizio della Marina, sempre nella città di Genova, col
grado si sergente: esperienza di vita che lui stesso definisce «una
straordinaria esperienza umana, nonché fisica e psicologica»; se posso dire
anche la mia, sin da quando l’ho visto per la prima volta il suo naturale
portamento mi ha subito dato l’impressione di un graduato militare. Ha solo
ventidue anni quando inizia a prestare servizio in una imporante istituzione
bancaria che sarà per lui una formazione di base in materia di economia e gli
darà la possibilità di spostarsi spesso e di conoscere meglio il suo Paese. Si
affaccia per la prima volta in America nel 1986, per una breve visita, dietro invito di una sua conoscenza ed è subito amore a prima vista con
New York e con il Quebec innevato. Intanto il Canada è sempre stato «il sogno
della sua infanzia dove vivere in piena libertà in una piccola capanna dinanzi
ad un immenso lago»; vi ritorna dopo tre anni e si stabilisce definitivamente a
Montreal dove apre una modesta importazione di vestiti…che, purtroppo gli andrà
male. Ma, essendo uno che «guarda sempre il lato positivo delle cose», non si
abbatte anche perché «il ricominciare non gli fa paura».
Ingrana una nuova marcia, riprende il cammino
e si mette al servizio dei valori socio-comunitari della sua etnia. E questo
percorso gli darà soddisfazioni morali e riconoscimenti onorifici come
Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Grande Ufficiale
della Solidarietà Italiana. Intanto le scuole pubbliche del Quebec sono
testimoni della sua professione di insegnante e l’italianissimo ospedale Santa
Cabrini ha usufruito delle sue capacità amministrative. Ma è come più volte
presidente del COMITES e come Vice-Segretario generale del CGIE (Consiglio
Generale degli Italiani all’Estero) che non si è mai risparmiato di scendere in
campo a difesa dei valori e dei diritti dei suoi connazionali in terra
canadese. È grazie all’impegno preso in mome di questi due Enti che è divenuto
«popolare» ed è entrato nel cuore della gente nostra: quella semplice, schietta
e sincera di tutti i giorni! È da
svariati anni, ormai, che serve la comunità in veste di consigliere municipale
in quel di Rivière des Prairies-Point aux Tremble, la mia municipalità e,
quindi, vi prego di credermi quando affermo che il suo interesse per il
quartiere e per i suoi cittadini fa parte integrante del suo pane quotidiano!
L’attuale senatrice
Francesca Alderisi, allorché animatrice di Sportello Italia, intervistò
l’allora ministro per gli italiani nel mondo Mirko Tremaglia che, a proposito
di noialtri emigranti disse: «Me ne sono per sempre innamorato; ed essere
innamorato vuol dire sicuramente fare una battaglia fino all’ultimo giorno
della propria vita». E la battaglia di cui parlava il Tremaglia era il voto per
gli italiani all’estero che senza di lui forse sarebbe ancora un sogno. Intanto
bisognava stabilire contatti e trattative pure nelle giuste sedi dei governi
canadese e provinciale; ed a fare da ponte tra l’Italia e il Canada a tale
riguardo c’è pure il nostro Rapanà. Difatti è appunto a lui che l’allora
ministro Pierre Pettigrew, il 24 novembre 2005, annuncia la decisione del
governo federale di consentire agli italiani in Canada il diritto di voto alle
elezioni politiche in Italia; ed infatti proprio nell’anno successivo lo stesso
Tremaglia annunciava che «gli italiani che risiedono in Canada potranno votare
ed essere votati nelle prossime consultazioni politiche del 2006 per il
parlamento italiano».
Ormai, telecomando alla
mano, è divenuta una giornaliera abitudine sintonizzare la tv sui programmi in
lingua italiana 24 ore su 24. Poiché sto parlando di Giovanni, mi fa piacere
rendergli onore nel sottolineare i passi che dovette fare e le porte a cui
dovette bussare e le tante firme che dovette raccogliere prima di riuscire a
farci ottenere questo singolare privilegio. Bisognava convincere la CRTC
che «al pari degli altri gruppi etnici del Canada, anche gli italiani hanno il
diritto di esigere una programmazione televisiva nella loro lingua». Appunto
con in mente quest’altro sogno da far divenire realtà, lottò a spada tratta
finanche per cambiare ed addirittura per far creare nuove leggi che ci
consentissero di tenerci in contatto con la nostra terra di origine attraverso
le moderne vie satellitari. A parte questo, ho conosciuto Giovanni Rapanà sui
banchi di scuola del PICAI e quindi non posso non mettere in risalto il suo
entusiasmo per l’insegnamento dell’italiano sia nelle scuole del sabato mattina
che in quelle pubbliche: se oggi esiste il CESDA è perché è stato proprio lui a
fondarlo e consegnarlo alla comunità italiana onde evitare conflitti di
interesse col Comites e con il Cgie. Cos’è il CESDA? È il più recente ente
comunitario che si prefigge di integrare l’insegnamento della nostra lingua nel
maggior numero di scuole pubbliche possibile! Il CESDA quindi è lo stesso
avvenire linguistico dei nostri figli; è, di conseguenza, il rilancio della
nostra cultura nel futuro: grazie Giovanni per quest‘altro tuo stupendo
pensiero proiettato nel nostro domani!